VIAGGIO NELL'ARCIPELAGO TOSCANO
ISOLA DI GIANNUTRI
Dalla Spiaggia di Principina, così come da tutto il litorale Maremmano, nelle giornate di cielo terso si possono ammirare i profili delle sette isole appartenenti al Parco Nazionale dell’Arcipelago Toscano istituito nel 1980; Gorgona, Capraia, Elba, Pianosa, Montecristo, Giglio e Giannutri.
La leggenda narra che queste “sette sorelle” siano emerse dalle acque del Tirreno quando la Dea Venere lasciò cadere nel mare 7 perle dalla sua collana.
La maggior parte di queste isole non sono visitabili se non con permessi molto speciali ma due di esse potrete visitarle anche in una sola giornata partendo dal Porto di Castiglione della Pescaia
Trattasi di Giannutri e Giglio collegate per altro alla terraferma anche da un servizio giornaliero di traghetti che partono però da Porto Santo Stefano.
Giglio e Giannutri seppur molto vicine sono definite “sorelle diverse”.
La prima vivace, piena di negozietti e movida notturna offre diverse strutture ricettive.
La seconda selvaggia, intimista e fiera vanta una natura incontaminata ed offre al suo visitatore unicamente qualche casa in affitto ben mascherata tra la vegetazione rigogliosa. Nessuna strada è percorribile in auto.
Parlare di entrambe in questa sede è lungo pertanto per oggi ci limiteremo a raccontare Giannutri. Nel prossimo post scopriremo invece il Giglio.
I greci chiamavano Giannutri “ Artemisia”, i romani “Dianium” in onore della Dea Diana. E’ nota altresì come Isola dei Gabbiani e questo per la presenza di una consistente colonia di Gabbiani Reali del Mediterraneo.
Ubicata più a sud di tutto l’arcipelago Giannutri emerge dal mare come una mezzaluna di calcare. Conta 11km di costa rocciosa e vanta fondali ricchi di biodiversità.
Abitata per certo nella preistoria, come documentano numerosi ritrovamenti di armi ed utensili, è stata poi abitata dagli Etruschi e dai Romani. Proprio questi ultimi ci hanno lasciato in eredità l’antico porto alla Cala dello Spalmatoio ed una villa edificata tra il 90 ed il 100 d.c. costruita in località Cala Maestra.
La decisione di costruire una villa imperiale al “mare” fu una vera sfida per l’antica famiglia senatoria dei Domizi Enobarbi - famiglia di importanti commercianti della quale faceva parte Gneo Domizio marito di Agrippina madre dell'imperatore Nerone- giacchè Giannutri era priva di acqua potabile, aveva un terreno difficile ed impervio ed era totalmente priva di materie prime.
Nonostante tutto la Villa Domizia vide la luce su di una superficie di circa 5 ettari di terreno. Una enorme terrazza la rendeva accessibile direttamente dal mare tramite una scalinata piuttosto articolata. Il complesso comprendeva gli alloggi della famiglia imperiale, dove tre saloni erano provvisti di impianto di riscaldamento, quartieri per gli schiavi e le immancabili terme.
La Villa Domizia conserva a tutt'oggi il sistema di condutture e cisterne che distribuiva in tutta l’isola l’acqua piovana raccolta, probabilmente, date le dimensioni, senza dover ricorrere ad importarla dalla terra ferma. Per motivi non certi nel III sec. d.c., probabilmente per un sisma che ne danneggiò irreparabilmente le strutture, venne dai romani definitivamente abbandonata.
Nel 1882 la svolta ecco comparire un capitano garibaldino il Conte Gualtiero Adami.
Gualtiero sbarcò sull’isola insieme al fratello Osvaldo con il programma di avviare coltivazioni e altre attività produttive legate principalmente alla pesca e all’estrazione di minerali, ma ben presto si arresero all’inospitalità dell’ambiente e forse a contrasti personali. Osvaldo abbandonò l’isola ma Gualtiero, sofferente di malattia polmonare non solo restò ma guarì e visse fino oltre 80 anni in compagnia della sua amatissima Marietta, di 25 anni più giovane. L’Adami morì nel 1922, e fu sepolto al Giglio. La povera Marietta restò sola a Giannutri e secondo alcuni tornò a vivere in continente, secondo altri morì a sua volta nell'isola.
Gualtiero Adami intraprese i primi scavi della villa romana di cui utilizzò i locali di una antica cisterna dell'acqua per ricavarne la sua misera dimora. Al suo interno, oltre a numerosi libri, dicono custodisse gelosamente solo una bandiera italiana, di quelle senza lo stemma sabaudo, e una pistola.
Dopo la morte del Conte Adami per lunghi anni Villa Domizia è stata chiusa per restauro. Finalmente il 2 luglio 2015 il sito è stato nuovamente aperto ai visitatori con Guide Parco specializzate che quotidianamente mostrano ai visitatori (massimo 25 per volta) un interessante percorso archeologico tra capitelli romani, scalinate, resti dell'impianto termale…
Vi ricordiamo che Giannutri è un paradiso protetto impossibile da visitare in autonomia. Sbarcando sull’isola, anche solo per poche ore, vi verrà richiesto di pagare un biglietto che però da diritto a percorrere un solo tratto di strada che porta da Cala Spalmatoio a Cala Maestra. Solo con il supporto di una guida potrete accedere ad altri sentieri e visitare la Villa Domizia di cui sopra.
Ma a tutti è accessibile il colore mozzafiato del mare e quando avrete “scollinato” l’isola e vi troverete davanti Cala Maestra beh…non potrete fare a meno di tuffarvi in questo blu intenso e sentirvi anche voi un po’ la Dea Venere.
Ed ora vi lascio rimandandovi al prossimo appuntamento Blog in cui vi parlerò dell’isola del Giglio.
La leggenda narra che queste “sette sorelle” siano emerse dalle acque del Tirreno quando la Dea Venere lasciò cadere nel mare 7 perle dalla sua collana.
La maggior parte di queste isole non sono visitabili se non con permessi molto speciali ma due di esse potrete visitarle anche in una sola giornata partendo dal Porto di Castiglione della Pescaia
Trattasi di Giannutri e Giglio collegate per altro alla terraferma anche da un servizio giornaliero di traghetti che partono però da Porto Santo Stefano.
Giglio e Giannutri seppur molto vicine sono definite “sorelle diverse”.
La prima vivace, piena di negozietti e movida notturna offre diverse strutture ricettive.
La seconda selvaggia, intimista e fiera vanta una natura incontaminata ed offre al suo visitatore unicamente qualche casa in affitto ben mascherata tra la vegetazione rigogliosa. Nessuna strada è percorribile in auto.
Parlare di entrambe in questa sede è lungo pertanto per oggi ci limiteremo a raccontare Giannutri. Nel prossimo post scopriremo invece il Giglio.
I greci chiamavano Giannutri “ Artemisia”, i romani “Dianium” in onore della Dea Diana. E’ nota altresì come Isola dei Gabbiani e questo per la presenza di una consistente colonia di Gabbiani Reali del Mediterraneo.
Ubicata più a sud di tutto l’arcipelago Giannutri emerge dal mare come una mezzaluna di calcare. Conta 11km di costa rocciosa e vanta fondali ricchi di biodiversità.
Abitata per certo nella preistoria, come documentano numerosi ritrovamenti di armi ed utensili, è stata poi abitata dagli Etruschi e dai Romani. Proprio questi ultimi ci hanno lasciato in eredità l’antico porto alla Cala dello Spalmatoio ed una villa edificata tra il 90 ed il 100 d.c. costruita in località Cala Maestra.
La decisione di costruire una villa imperiale al “mare” fu una vera sfida per l’antica famiglia senatoria dei Domizi Enobarbi - famiglia di importanti commercianti della quale faceva parte Gneo Domizio marito di Agrippina madre dell'imperatore Nerone- giacchè Giannutri era priva di acqua potabile, aveva un terreno difficile ed impervio ed era totalmente priva di materie prime.
Nonostante tutto la Villa Domizia vide la luce su di una superficie di circa 5 ettari di terreno. Una enorme terrazza la rendeva accessibile direttamente dal mare tramite una scalinata piuttosto articolata. Il complesso comprendeva gli alloggi della famiglia imperiale, dove tre saloni erano provvisti di impianto di riscaldamento, quartieri per gli schiavi e le immancabili terme.
La Villa Domizia conserva a tutt'oggi il sistema di condutture e cisterne che distribuiva in tutta l’isola l’acqua piovana raccolta, probabilmente, date le dimensioni, senza dover ricorrere ad importarla dalla terra ferma. Per motivi non certi nel III sec. d.c., probabilmente per un sisma che ne danneggiò irreparabilmente le strutture, venne dai romani definitivamente abbandonata.
Nel 1882 la svolta ecco comparire un capitano garibaldino il Conte Gualtiero Adami.
Gualtiero sbarcò sull’isola insieme al fratello Osvaldo con il programma di avviare coltivazioni e altre attività produttive legate principalmente alla pesca e all’estrazione di minerali, ma ben presto si arresero all’inospitalità dell’ambiente e forse a contrasti personali. Osvaldo abbandonò l’isola ma Gualtiero, sofferente di malattia polmonare non solo restò ma guarì e visse fino oltre 80 anni in compagnia della sua amatissima Marietta, di 25 anni più giovane. L’Adami morì nel 1922, e fu sepolto al Giglio. La povera Marietta restò sola a Giannutri e secondo alcuni tornò a vivere in continente, secondo altri morì a sua volta nell'isola.
Gualtiero Adami intraprese i primi scavi della villa romana di cui utilizzò i locali di una antica cisterna dell'acqua per ricavarne la sua misera dimora. Al suo interno, oltre a numerosi libri, dicono custodisse gelosamente solo una bandiera italiana, di quelle senza lo stemma sabaudo, e una pistola.
Dopo la morte del Conte Adami per lunghi anni Villa Domizia è stata chiusa per restauro. Finalmente il 2 luglio 2015 il sito è stato nuovamente aperto ai visitatori con Guide Parco specializzate che quotidianamente mostrano ai visitatori (massimo 25 per volta) un interessante percorso archeologico tra capitelli romani, scalinate, resti dell'impianto termale…
Vi ricordiamo che Giannutri è un paradiso protetto impossibile da visitare in autonomia. Sbarcando sull’isola, anche solo per poche ore, vi verrà richiesto di pagare un biglietto che però da diritto a percorrere un solo tratto di strada che porta da Cala Spalmatoio a Cala Maestra. Solo con il supporto di una guida potrete accedere ad altri sentieri e visitare la Villa Domizia di cui sopra.
Ma a tutti è accessibile il colore mozzafiato del mare e quando avrete “scollinato” l’isola e vi troverete davanti Cala Maestra beh…non potrete fare a meno di tuffarvi in questo blu intenso e sentirvi anche voi un po’ la Dea Venere.
Ed ora vi lascio rimandandovi al prossimo appuntamento Blog in cui vi parlerò dell’isola del Giglio.